Famiglia TONARELLI
TONARELLI, TONANI, TONELLI, TONIOLI, TONOLI:
Questi cognomi dovrebbero derivare dall'aferesi e da modificazioni dialettali del nome italiano Antonio, nome di origine Etrusca divenuto in epoca latina il nome di una importante gens romana, di cui il più famoso rappresentante fu sicuramente Marco Antonio.
In epoca successiva, la diffusione del nome personale si deve soprattutto alla grande venerazione di sant'Antonio abate, e poi di sant'Antonio da Padova.
Il cognome Tonarelli (quale derivazione di Antonio), potrebbe significare “nato prima”: in chi lo porta dovrebbe infatti farsi valere l'istinto a precedere, affrontare e combattere. Oppure la radice potrebbe essere la parola greca anthos che significa fiore.
Esaminando la storia di questo casato castelnovese dobbiamo parlare contemporaneamente di due famiglie Tonarelli; infatti, derivano ambedue dallo stesso ceppo il cui capostipite è Marc'Antonio Tonarelli presente nell'albero genealogico già nel lontano 1569, (dagli atti di battesimo della parrocchia di Castelnuovo Magra risulta già presente Pasquina di Tonarello nata il 9 giugno 1566. Inoltre uno dei primi notai della famiglia Tonarelli che hanno operato a Castelnuovo fra il 1655 e il 1689 risulta essere Stefano Tonarelli) esse vanno a costituire, attraverso le notevoli dilatazioni generazionali che si verificano lungo il corso dei decenni, due tronconi totalmente separati fra loro. Ma questi si ricongiungono più tardi, verso la metà del 1800, attraverso il matrimonio di un Garibaldi di madre Tonarelli con la figlia di uno stesso Tonarelli dell'altro ramo, come sarà spiegato più avanti.
I due rami hanno una storia assai diversa, poiché uno si estingue verso la metà dell'800 (solo nel cognome però, essendo la successiva discendenza esclusivamente femminile), mentre l'altro ci porta fino ai giorni nostri, con gli ultimi discendenti ancora viventi.
Come premessa di questa complessa ricostruzione di due “storie parallele” presentiamo subito lo stemma di famiglia: esso rappresenta tre tonni incrociati (da cui forse il cognome Tonarelli) che sovrastano il motto “Nec rete, nec esca” che esprime, a nostro giudizio, la difficoltà di “catturare” (e quindi dominare) questa stirpe. Il prestigio di questa famiglia legato non soltanto alle proprietà immobiliari di cui sono in possesso i suoi componenti, fin dal 1600, ma anche e soprattutto al livello sociale cui essi appartengono, le consente la frequentazione della villa Olandini di Sarzana, vero salotto politico-letterario di quei tempi. Nella villa hanno modo di incontrarsi personalità militari, civili e politiche, nonché la classe blasonata della vallata del Magra e di La Spezia. Fra gli ospiti sono presenti anche i lontani discendenti della stirpe D'Isengard, derivante da un remoto capostipite Giovanni Teodoro D'Isengrad (morto nel 1662), tenente colonnello al servizio del principe e vescovo di Mùnster nella contea Sveva, regione meridionale della Germania.
Siamo nell'anno 1882 quando un Tonarelli (Francesco) sposa Violante D'Isengard di La Spezia, una discendente della omonima famiglia elevata all rango di baroni dall'imperatore nel 1600, per meriti di servizio. Nei confronti di Francesco la sorte è assai diversa: infatti, ancora nella piena maturità degli anni, muore lasciando vedova la moglie con 5 figli di cui tre sono maschi: Teodoro, Marc'Antonio e Alessandro.
Teodoro prende i voti e muore sacerdote nell'anno 1861, alla giovane età di 29 anni. Viene sepolto nel cimitero di Castelnuovo.
Marc'Antonio lavora per molto tempo alle dipendenze del giovane governo Sabaudo, spegnendosi prematuramente nel 1889 a Roma; la salma riposa nel cimitero di Castelnuovo dove una colonna marmorea ne celebra la fama, ricordando che fu ispettore superiore delle Finanze, commendatore della Corona d'Italia e Cavaliere della Legion d'onore.
Infine il figlio Alessandro nato nel 1823, intraprende l'arte della pittura e della scultura, trasferendosi in Russia dove sposa una cittadina di S. Pietroburgo. Resta vedovo anzitempo e torna in Italia, a Roma, dove il figlio Teodoro inizia gli studi universitari di medicina, aiutato dallo zio Marc'Antonio; ma interrompe gli studi per sopraggiunto decesso. E' sepolto al Verano.
A questo punto il ramo dei Tonarelli imparentato con i D'Isengard si estingue almeno nel cognome poiché i discendenti successivi appartengono al sesso femminile, come già sopra accennato.
Esaminiamo adesso l'altro ramo di questo prolifico casato, saltando alcuni passaggi generazionali, per giungere a Gerolamo Tonarelli nato nel 1801, che sposa una Cattani Domenica di Tendola, nel fosdinovese. Dal matrimonio nascono Francesca e Stefano del quale e dei cui discendenti parleremo diffusamente.
Francesca Tonarelli si trasferisce a Castelnuovo, essendosi sposata con Antonio Garibaldi che aveva una propria casa nel paese. A questo punto si rinnova l'imparentamento fra questo ramo dei Tonarelli e quello collaterale esauritosi con il citato Alessandro sposatosi a S. Pietroburgo e che aveva avuto, come già ricordato, solo figlie femmine, fra cui Giulia. Quest'ultima, già rimasta vedova di un Pelizza di Vezzano e brillante maestra di pianoforte, si lega al figlio di Francesca Tonarelli (in Garibaldi) il quale, dotato di un certo talento musicale, frequenta la di lei casa per condividere la passione musicale con Giulia. I due sposi avranno due figlie che saranno conforto alla madre, dopo la sua seconda vedovanza per la morte del secondo marito avvenuta a Parigi.
Ci rendiamo perfettamente conto della complessità degli avvenimenti sopra raccontati che tuttavia non potevamo ignorare, sia per il rispetto dovuto a questo “casato” della nostra terra, sia per l'interesse che tali vicende possono suscitare in chi desidera conoscerle.
Ma giungiamo ora al fratello di Francesca coniugata Garibaldi e cioè a Stefano e alla sua discendenza.
Egli si trasferisce a Castelnuovo condottovi dalla sorella dopo il matrimonio di questa con Antonio Garibaldi, iniziandovi una nuova “storia” che ora raccontiamo.
Stefano, nato nel 1842, sposa a 27 anni la facoltosa Anna Fazzi di Castelnuovo, e qui viene a stabilirsi definitivamente svolgendovi la professione di medico fino al 1938, anno in cui muore. Molti abitanti del paese, ancora viventi, hanno avuto modo di conoscere questo personaggio fornendoci così varie notizie della sua vita.
Possiamo allora riferire che la “condotta” era molto grande ed i mezzi di locomozione, per le visite domiciliari, piuttosto precari, consentendo spesso solo l'uso del cavallo o asino, a causa delle difficili condizioni di viabilità. I tipi di patologia erano assai vari, e modesti o mancanti i centri di assistenza specialistica nel circondario; per cui il nostro medico, come tanti altri suoi colleghi sparsi nelle aree di campagna, era chiamato a svolgere qualsiasi tipo di intervento e di assistenza presso i numerosi ammalati: dalla ostetricia alla ginecologia, dalla odontoiatria alla chirurgia d'urgenza, alla traumatologia ecc ecc., sovente in piena notte e nelle peggiori condizioni atmosferiche. Gli onorari professionali erano alquanto modesti e spesso pagati “in natura”, con prodotti della terra che i pazienti, per lo più contadini o piccoli proprietari, recapitavano a casa del loro “dottore”, specie nelle ricorrenze
del Natale e della Pasqua, ma soprattutto in occasione della festa patronale di S. Fedele. Tutto ciò non distoglie il dott. Tonarelli dall'impegno di portare a termine con professionalità e puntualità i propri doveri che spesso vanno al di là della
natura istituzionale, coinvolgendolo nella funzione oltremodo gradita di consigliere di fiducia per le famiglie meno “difese”.
Rigorosamente ligio alla deontologia della sua professione, non scende mai a compromessi, negando con fermezza diagnosi non veritiere, insistentemente richieste per fini personali da taluni clienti, attirandosi - in sporadiche circostanze - qualche “antipatia” che poteva rasentare una forma di minaccia.
Dotato di grande senso civico, non trascura importanti impegni politici che negli anni '20 lo portano a ricoprire la carica di Sindaco a Castelnuovo, carica che svolgerà con scrupolo e competenza.
La sua opera sarà continuativa nel tempo, se
pur poi ridotta per motivi di età, anche
al sopraggiungere del nuovo medico Francalancia, e successivamente del nuovo titolare della condotta dott. Pietro Rocchi. Morirà nel 1938, come già ricordato sopra.
Il dott. Tonarelli e la moglie Anna Fazzi avevano avuto ben 11 figli di cui due maschi, Carlo e Umberto, che proseguiranno la specie. I due eredi svolgeranno entrambi la stessa professione del padre, ma con destinazioni fra loro diverse. Infatti Carlo si allontana dalla natia Castelnuovo trasferendosi a Casale Monferrato nel cui ospedale diventa primario chirurgo. Ha un figlio, Mario, che svolgerà importanti incarichi diplomatici, dapprima come console negli U.S.A. e nei paesi anglosassoni, e poi come ambasciatore nel continente africano. I suoi discendenti avranno destini diversificati in città lontane
da Castelnuovo.
L'altro figlio di Stefano, Umberto, nasce nel 1880 a Castelnuovo, luogo che mai abbandonerà, scegliendolo come area di lavoro per la sua professione di medico; lavora accanto al padre fino alla propria prematura morte che avviene nel 1932. Sul finire degli anni '20 aveva acquistato con la moglie un ampio appezzamento di terreno nella zona pedecollinare di “Rabò”, facendovi costruire un torchio, oggi semidistrutto, per la frangitura delle olive prodotte nella medesima proprietà, consigliato a tale impresa dal fedele mezzadro Azzolino.
Ricordiamo pure che il dott. Umberto aveva sposato nel 1908 la ricca Teresa Pucci, zia paterna dei fratelli Arrigo, Pietro, Maria e Paolo, dalla quale aveva avuto tre figli: Mattea, Giovanni e Luisa.
Mattea è legata a fatti gloriosi della nostra storia contemporanea. Infatti sposa Ener Bettica, capitano di corvetta nell'ultimo conflitto mondiale, e decorato medaglia d'oro alla memoria al valor militare. In suo onore è stato dato il nome “Comandante Bettica” alla nave pattugliatore varata nel 2002. Per dovere di cronaca desideriamo ricordare che il figlio di Bettica, Paolo, è fisico e consulente informatico presso importanti aziende nazionali. Sposato con Adriana Quirico ha due figli, Stefano e Alessandro.
L'altro figlio di Umberto Tonarelli, Giovanni, è nato nel 1912 ed ha seguito la professione di famiglia cioè quella di medico. Richiamato al fronte nell'ultima guerra mondiale è deceduto in Africa nel 1943, colpito, durante un'azione di combattimento, nella propria tenda da campo mentre stava curando un ferito. Dalla moglie Lilli Cornelio ha avuto un figlio, Umberto, nato nel 1942 e che oggi svolge la professione di commercialista a Sarzana.
Vogliamo infine ricordare l'ultimogenita di Umberto, Luisa. Essa vive spesso a Castelnuovo nella bella proprietà di Via Dante, insieme col marito Giuseppe Laganaro, Tenente dei carabinieri della riserva. Ha un figlio, Massimo, che vive a Genova dove esercita la professione di avvocato e, sposato con Cristina Arvigo, ha due figli, i piccoli Matteo e Giovanni.
Dopo tanto raccontare su una famiglia che ha ben 5 secoli di storia e che ha lasciato attraverso i suoi componenti testimonianze di alto significato, non possiamo ignorare il senso di disagio nel riscontrarne la estinzione, almeno del ramo castelnovese. Ma chissà, forse un giorno gli eredi del lontano Carlo Tonarelli, figlio di Umberto, torneranno nella vecchia “patria” castelnovese per raccontarci altri interessanti “storie”.
Scegli la lettera