Famiglia SACCOMANI


SACCOMANI: L'origine del nome è legata all'attività dei lontani capostipiti di questa famiglia, consistente nel fabbricare, vendere e usare contenitori di tela o altro materiale per il trasporto di vettovaglie, merci e prodotti vari. La provenienza geografica è dell'alta Italia, dal Veneto dove, a Pasiano, al centro del paese, venne in antico eretto un rudimentale castello divenuto di proprietà dei Saccomani, mugnai originari del Trevigiano. A Sommacampagna (Verona), troviamo un'altra villa di proprietà della famiglia Saccomani, in cui, nella prima guerra di indipendenza vi sostò Vittorio Emanuele. La prima comparsa dei Saccomani a Castelnuovo Magra è dovuta a Bartolomeo di Agostino da Borseglia (marchesato di Molazzo) nel 1730. Nel Bergamasco troviamo un Giovanni Battista Saccomani, nato nel 1844, che vi esercita il mestiere di muratore, per poi diventare, col passare degli anni, titolare di una impresa edile. Trasferitosi per motivi di lavoro a Castelnuovo Magra, conosce Dorinda Ivani di Palvotrisia, con la quale si sposa. In località Molino del Piano acquista il molino-frantoio che aveva dato il nome all'omonima frazione e che, già esistente fin dal secolo XVII e appartenente da tempi antichi ai nobili Corsellini, in quel momento era di proprietà della famiglia Ferrari di Castelnuovo. Questo impianto nel volgere dei decenni ha dato lavoro a molti operai, soddisfacendo le richieste dei vari proprietari terrieri sparsi nel circondario i quali, specie dopo la raccolta delle granaglie e dopo l'abbacchiatura delle olive, frequentavano in gran numero il molino e il frantoio. A distanza di molto tempo dalla dismissione dei due impianti (il molino ha lavorato fino al 1950 ed il frantoio fino ad una decina di anni più tardi), vengono ancora ricordati i vari operatori che vi si sono avvicendati come “Medèo”, “Luì der Vun”, “Ettore de Zan”, i Tosini: tutti impegnati nel lavoro della molitura; e “Tomelon”, “Luì” e Dario “Panzetta”, “Mazè”, “Picco”, Ottaviano che si sono avvicendati nel frantoio. Nel Mulino, presta la sua opera come barrocciaio un certo “Umbè d'à vaca rossa”. La memoria corre al tempo dell'ultimo conflitto mondiale, quando fra le robuste mura del frantoio trovarono riparo molti cittadini durante i bombardamenti. Dal matrimonio fra Giovanni e Dorinda nascono 15 figli e, dopo la morte di Giovanni avvenuta nel 1905, le attività della famiglia vengono curate dalla vedova Dorinda e dai due figli maschi restati in vita, (insieme con la sorella Aida): Duilio e Angelo. Gli eredi della famiglia di Aida verranno in possesso naturale dell'antica casa di proprietà, adiacente al vecchio opificio. Duilio eserciterà l'attività di imprenditore edile come il padre, allargando i propri interventi fino alla vicina città di Carrara. Morirà poi nel 1956 non sposato. Angelo che era primogenito, nato nel 1903, sposa Maria Rosa Barbieri di Nicola. Si occupa poi, nella vita, di edilizia, divenendo imprenditore in tale settore, in cui provvede alla costruzione di molte case nel castelnovese. Si interessa attivamente per la fondazione della Pubblica Assistenza di Molino del Piano. Nella foto del 14.8.1927 è il secondo da sinistra fra il presidente Ridondelli e la figlia Giovanna. Portabandiera è Picco Annibale con alla sua sinistra la medaglia d'oro Giorgio Tognoni e l'Arciprete di Castelnuovo Don Tommaso Olivieri. Dal matrimonio fra Angelo e Maddalena nascono due figli: Araldo nel 1904 e Giovanna nel 1907. Araldo non segue la carriera del padre e del nonno, ma lavora come impiegato, dopo una esperienza di studi presso l'Università di Pisa nella quale frequenta per un certo tempo la facoltà di Fisica. Non trascura interessi di natura sportiva, contribuendo significativamente allo sviluppo del gruppo sportivo U.S. Luni, fondato il 23 novembre 1923, per volontà ed entusiasmo di molti giovani castelnovesi. Questo sodalizio, a quel tempo aperto a tutti gli sport, compreso quello bocciofilo, si è ormai orientato da anni esclusivamente verso il ciclismo. A seguito della morte di Dorinda nell'anno 1932, il patrimonio viene diviso tra gli eredi dei quali, il nipote Araldo, sarà il nuovo proprietario del Molino-frantoio, di cui curerà la gestione. Nell'anno 1938 Araldo si sposa con Ferida Morachioli di Castelnuovo Magra, dalla quale ha la figlia Rosanna. Durante gli ultimi avvenimenti bellici aderisce alla R.S.I.; nel corso di un attacco partigiano viene ucciso a Sarzana il 3 novembre 1944 a pochi anni dalla nascita della figlia. Rosanna Saccomani, insegnante, sposa Giorgio Imbraguglia, genovese, professore di filosofia all'università di Genova ed esponente del Partito Liberale, e deceduto nel 1991. Dal matrimonio nasce una figlia, Myia, che nell'antico nome greco ricorda la passione paterna per la cultura Presocratica. Rosanna vive a Genova, con numerose frequentazioni presso la casa paterna di Molino del Piano.

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