Famiglia PERFETTI


PERFETTI: L'origine geografica di questa famiglia è lombarda e probabilmente di Milano da dove alcuni componenti, in tempi assai remoti, emigrarono lungo la via Francigena fino alle nostre terre, lasciando traccia del loro cognome lungo il percorso, (a Piacenza esiste una via intitolata a Pietro Perfetti). Abili artisti nel campo delle arti figurative, alcuni si distinsero come scultori, altri come grafici ed ebanisti, allargando la propria clientela in territori sempre più vicini alla Lunigiana giungendo, attraverso successivi spostamenti, fino alla nostra costa tirrenica. Il primo Perfetti giunto a Castelnuovo si chiamava Pietro di Domenico legnaiolo di Pontremoli, registrato nei libri di matrimonio della parrocchia di Castelnuovo Magra il 6 ottobre 1787, di esso sappiamo molto poco, mentre di un suo discendente Pietro sappiamo che era nato nel nostro Comune nel 1870; si era sposato con Mannucci Iride e, proseguendo nel lavoro di falegnameria, teneva anche una bottega di barbiere in via Dante per arrotondare i propri guadagni. Dalla moglie aveva avuto cinque figli: Gina, Maria (andata sposa ad Armando Ponzanelli e madre dei noti Attilio e Germano), Alberto, Giovanni (padre di Carlo, l'ex impiegato presso l'anagrafe del comune di Castelnuovo) e Milena. Alberto, nato nel 1902 frequenta le scuole elementari del capoluogo, ottenendo ottimi risultati che non sfuggono all'attenzione di un prete il quale, date le disagiate condizioni economiche della famiglia (nate a causa della separazione dei genitori e del conseguente riappropriarsi da parte della madre dei beni portati in dote), provvede a proprie spese a fargli continuare gli studi. Infatti Alberto frequenta la classe VI e VII a Sarzana. Ma ciò non impedisce l'interruzione della carriera scolastica ritenuta comunque troppo costosa e costringe il giovane ad intraprendere una attività lavorativa. Dotato di grande spirito di iniziativa e di buone capacità di adattamento, svolge con successo molteplici attività; fra cui in particolare quella di falegname e di barbiere in via Dante, assumendo anche l'incarico di esattore dell'azienda elettrica CIELI e la rappresentanza di macchine manuali per far la pasta in casa. Finalmente trova una occupazione fissa da falegname presso l'azienda Muggiano-Ansaldo di La Spezia, dove si reca ogni mattina di buonora cavalcando una bicicletta. Il contratto di lavoro come cottimista non gli permette neppure un giorno di assenza, nonostante la fatica che deve sostenere quotidianamente per coprire il lungo percorso da Castelnuovo alla sede dello stabilimento, peraltro non raggiungibile col treno. Dotato di un fisico robusto e soprattutto animato da una grande determinazione ad ottenere un qualche successo economico, non trascura altri impegni domiciliari al ritorno dalla fabbrica: infatti lo aspetta ogni sera, e nei giorni festivi, qualche cliente per i servizi di barberia che svolge sotto casa, o qualche compaesano che, conoscendone la buona mano di falegname, gli affida lavori di riparazione di mobili. Sarà questa l'occasione per entrare in contatto con i signori Ferrarini della vicina via Roma i quali spesso lo impegnano in piccoli lavori al proprio domicilio. Nascerà un tale affetto da parte di Alberto nei confronti di questa nobile famiglia castelnovese, che, dopo la morte del loro giovanissimo figlio Manlio, avvenuta al fronte nel 1940, tale nome verrà dato al secondogenito di Alberto nato nel 1942. Nel 1930 Alberto si era sposato con la castelnovese Venturini Andreina Ida, non prima di aver accumulato risparmi assai sudati che gli avevano consentito di costruire un “nido” in cui accogliere la compagna della sua vita, e consistente in un piccolissimo appartamento nella stessa via Dante; si era permesso inoltre di far un entusiasmante viaggio di nozze … fino a Pisa. Alberto non si lascia distrarre da alcun vizio: vero figlio dell'800 era, come si suol dire, uomo casa-bottega. Soltanto una passione desiderava coltivare: quella della musica; infatti faceva parte come suonatore di flicorno della banda musicale castelnovese, allora diretta dal cognato Armando Ponzanelli. Dal matrimonio nascono tre figli: Marcello nel 1932, Manlio nel 1942 e Sara, oltre alla primogenita che muore in fase perinatale. Di questi parleremo più avanti, desiderando ora ricordare che nel 1955 finalmente Alberto riesce ad acquistare un ciclomotore “Motom” che gli rende assai meno faticoso il tragitto Castelnuovo -Muggiano. Peraltro l'acquisto viene molto apprezzato anche dall'allora direttore dello stabilimento spezzino ing. Dujardin di Castelnuovo che intravede, in quel minore affaticamento, un maggior rendimento nel lavoro. Fra questi due compaesani esistevano rapporti di reciproca stima e forse di affetto, tanto che spesso l'ingegnere provvedeva ad ospitare Alberto sulla propria automobile guidata dal noto autista Dadone, per raggiungere il luogo di lavoro. Inoltre, ad ogni varo di mezzi mercantili, desiderava farsi fare la barba da questo suo dipendente, perché convinto che ciò fosse di buon auspicio. Alberto Perfetti rimarrà occupato in fabbrica ininterrottamente fino all'età della pensione, lasciando poi anche l'attività di barbiere a causa di soppravvenuti motivi di salute che lo indurranno a venderla, nell'anno 1959, a Rolando Venturini, personaggio assai noto a Castelnuovo. Il figlio Marcello, dopo aver conseguito il diploma di ragioniere presso l'Istituto “Zaccagna” di Carrara, viene assunto presso la “Breda Elettromeccanica e Locomotive” di Milano, dopo un corso di preparazione presso la medesima azienda. Più tardi passa alla “IBM Italia” (sempre nel capoluogo lombardo) dapprima all'ufficio amministrazione-vendite, poi al settore commerciale, dove assume importanti funzioni di vendita e di organizzazione di fiere e congressi sia per l'ambito italiano che estero. La metropoli lombarda gli dà anche l'occasione di conoscere la giovane Rosalba Ghirardi (figlia di un importante assistente edile) con la quale si unisce in matrimonio nel 1964. Ha avuto due figlie che, avendo ereditato la passione musicale del nonno e del padre, hanno seguito una importante carriera in questo settore. Infatti Serena, primogenita, dopo aver conseguito il titolo di professoressa di viola in Italia, ha ottenuto lo stesso titolo a livello internazionale seguendo gli studi presso l'università di Essen in Germania. La sorella Annalisa è professoressa di violino, avendo conseguito il titolo presso il conservatorio di Trento. Manlio aveva iniziato gli studi presso la scuola di Avviamento di Sarzana, ma lo scarso successo da lui conseguito, induce la parente Mannucci Alina, allora preside presso l'analogo istituto di Carrara, a provvederne il trasferimento in quella città. Manlio, un po' per forza, un po' per amore, viene messo “in riga” e riesce a conseguire la licenza con brillanti risultati. Durante l'ultimo anno di studi frequenta con impegno il ciclismo dove si distingue come esordiente, vincendo in successione molte gare. Passa alla categoria allievi e poi a quella di dilettanti, trovandosi questa volta al bivio fra il continuare nella promettente carriera di ciclista professionista o l'intraprendere l'attività commerciale nel settore dell'abbigliamento già ben avviata dalla fidanzata Bruna Bertini. Sceglie la seconda strada pur mantenendosi attivo, per diletto, nello sport del ciclismo.

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