Famiglia CARLINI


CARLI, CARLONI, CARLUCCI, DE CARLO, DE CAROLI

CARLINI, CARLI, CARLONI, CARLUCCI, DE CARLO, DE CAROLI: questi cognomi derivano dal nome medioevale Carolus e Carlus, ma anche Carlonus che sono una latinizzazione del germanico Karla (uomo libero). La fortuna di questo cognome è legata alla figura ed alla fama di alcuni personaggi storici, a cominciare da Carlo Martello, che riunificò il regno franco e fermò l'avanzata degli arabi in occidente nella gloriosa battaglia del 732. Il nome ebbe una ulteriore espansione grazie a Carlo Magno, primo imperatore del Sacro Romano Impero. La prima comparsa del Cognome Carlini, a Castelnuovo Magra, è dovuta a Gian Giacomo, prete e cappellano curato della parrocchia di Castelnuovo nel 1557. Di seguito compare Catarina di Giovanni battezzata il 7 febbraio 1567. A cavallo fra i secoli XVIII e XIX a Castelnuovo Magra si assiste all'insediamento di alcune famiglie, talvolta profughe, per motivi politici, dalle regioni vicine. Fra queste compare la famiglia Carlini proveniente da Firenze. Essa si stabilisce, alla fine del 1700 a Castelnuovo paese, in via Roma al numero civico 25. Sulla parete esterna dell'edificio campeggia una formella in cotto rappresentante il giglio di Firenze, a testimonianza dell'origine fiorentina di questo casato. Tuttavia le conoscenze certe e più remote non si spingono oltre la seconda metà dell'800, epoca in cui nasce Silvio Carlini, meglio noto col soprannome di "Silvion", forse per la sua imponente corporatura. La sua attività principale è quella di fabbro, ma, dotato di grandi iniziative e particolarmente attento a tutto ciò che costituiva allora elemento di novità nel campo tecnico e commerciale, dapprima sperimenta e poi mette in largo uso l'attività di cinematografaro; e ciò avviene a brevissima distanza dalla nascita di questa nuova arte che vuol farsi risalire ufficialmente all'anno 1895. In tal modo per la prima volta i Castelnovesi, e di lì a poco le popolazioni di Sarzana, Fosdinovo e Ortonovo, assistono con meraviglia ed entusiasmo alle prime proiezioni di fortuna fatte su teloni improvvisati grazie alla intraprendenza di Silvio Carlini: infatti egli con un carretto e una rudimentale macchina da proiezione alimentata da una lampada a dinamo e fatta girare con una manovella, si sposta in tournée sempre più applaudite per le suddette contrade. Ovviamente siamo al tempo del "muto", ma la meraviglia di tanto spettacolo entusiasma sempre più le folle. Dopo la morte di Silvio Carlini, avvenuta alla fine degli anni '30, i figli, eredi di così notevole esperienza in un campo così promettente, proseguono l'attività del padre. In particolare il figlio Armando ne migliora la organizzazione, favorito peraltro dalle innovazioni tecnologiche di una cinematografia sempre più moderna, ma sostenuto da un rinnovato spirito imprenditoriale. Le proiezioni vengono ora svolte in una vera sala cinematografica, grazie all'utilizzo del locale che in seguito prenderà il nome di Cinema Centrale della Miniera, preso in affitto dai signori Bello. Alla fine degli anni '40 la famiglia Carlini costruisce un nuovo salone attribuendogli il nome di Cinema Luni, dotato anche di balconata funzionante per i “primi posti” da galleria e attrezzata con poltroncine foderate in pelle verde. L'inaugurazione avviene con la proiezione del film "La via del petrolio" della Metro Goldwyn Mayer, a cui seguono films di portata sempre più grande. In un primo tempo le proiezioni vengono effettuate nei giorni festivi, poi con l'aumentata richiesta da parte di un pubblico sempre più numeroso anche grazie all'avvento del “sonoro”, vengono fatte addirittura con triplice scadenza settimanale. Il programma è assai denso e vede normalmente il succedersi di due films (spesso di tre tempi ciascuno!), un prologo dei film della settimana successiva, la “settimana Incom” e talvolta in particolari occasioni la esibizione di un “varietà” con la presenza di ballerine ed orchestra: insomma un vero tour de force ben gradito tuttavia al pubblico specialmente alle “coppiette” e ai ragazzi che entravano alle 2 per uscirne … a notte fonda! Ovviamente all'interno della sala cinematografica non mancava il venditore ambulante di caramelle, bibite e biscotti per il conforto di quella massa di spettatori sottoposta a sì lungo digiuno, laddove la medesima non si fosse procurata presso il banchetto di Vené e Laura appena fuori dell'entrata, di cibarie varie come carrube (sic!), arance, mandarini, semi di zucca, noccioline americane, lupini, angurie (d'estate), i cui residui costituivano un variopinto tappeto nella sala di proiezione al termine della giornata di spettacolo. Negli anni '50 inizia a farsi sentire la concorrenza locale, e allora Armando Carlini anticipa in certo senso quella organizzazione che oggi si chiama della “multi-sala”, consorziandosi con altri soci e programmando le proiezioni in contemporanea e con il sistema della rotazione, anche a Dogana di Ortonovo, Romito e Ressora. L'operazione assai vantaggiosa sul piano economico è favorita dalle ottime referenze acquisite da Carlini presso la società di distribuzione di Genova che fornisce tempestivamente film di grande successo e attualità. In tale periodo viene riutilizzato anche il locale di Mutuo Soccorso di Castelnuovo paese, già adibito a occasionali spettacoli teatrali. Nel consorzio entrano anche i signori Bello e ciò consente di disporre in contemporanea di due sale cinematografiche nella stessa frazione della “Miniera”, capaci di ospitare un accresciuto numero di spettatori, provenienti anche da Sarzana, e qui richiamati grazie anche ai minori costi del biglietto di ingresso. Questo era costituito da un unico cartoncino che all'entrata nella sala lo spettatore consegnava integro al bigliettaio che lo riponeva in un bussolotto per il riutilizzo nella volta successiva. Purtroppo l'avvento della televisione mette in crisi ben presto tutto il settore della cinematografia, e a ben poco servono i vari escamotage, come quello assai in voga di proiettare sullo schermo del cinema la sera del giovedì la trasmissione di Mike Bongiorno “Lascia o raddoppia!” Troppe le cause della crisi ed inutile appare ogni tentativo per arginarla. Così il locale “Cinema Luni “, orgoglio di due generazioni di appassionati imprenditori, è costretto a chiudere: il 30 settembre del 1970 con la proiezione del film “Carogne si nasce” ha termine una gloriosa stagione di successi. Ma alla famiglia Carlini non viene meno la volontà di fare. Infatti Bruno, fratello di Armando, e già suo socio nel consorzio cinematografico, uomo dotato di grandi intuizioni imprenditoriali e capace di prevedere con acuta sensibilità il cattivo esito della sorte, costruisce un capannone a fianco del cinema adibendolo a sala da ballo. Non gli vengono meno le capacità e … il coraggio di invitare orchestrali, cantanti e personaggi già famosi a quel tempo o che lo saranno nel futuro, quali: Mike Bongiorno, Carla Boni, Gino Latilla, Iva Zanicchi, Michele, i Dik Dik, i Pooh, i Camaleonti e tanti altri per i quali il nostro Bruno Carlini rivelerà grandi doti di talent scout e che rinnoveranno la fortuna di questa famiglia. Anche il locale da ballo chiamato “Maxim” si coprirà di grande fama, tanto che, pur esagerando nell'apprezzamento, a quel tempo si diceva che al mondo esistevano tre “Maxim”: quello di Parigi, quello di Atene e … quello di Luni. Le capacità innovative di Bruno Carlini e quelle di sapersi adattare con prontezza, si rivelano in altri campi assai diversificati: infatti nel bar attiguo alla sala da ballo organizza una gelateria con prodotti artigianali da lui stesso inventati e fabbricati e mette in opera il primo Juke-Box dell'intera vallata. Spirito bizzarro, di volontà tenace come i suoi muscoli, forte nel fisico come nell' animo, non demorde di fronte all'incalzare nefasto del tempo e delle mode che gli impediscono di mantenere le attività che aveva così tenacemente sviluppato; e allora si ritira - novello Cincinnato - nelle proprie esperienze passate, nella propria arte di fabbro, arte in cui si era cimentato da ragazzo dietro l' insegnamento paterno e, nei locali della ex sala da ballo, allestisce un’ officina di fabbro nella quale, con gli anni, realizza opere che gli fanno meritare l'ambito appellativo di "Michelangelo del ferro". Lavorerà fino all'ultimo lasciando, come il fratello Armando, una grande eredità di onestà a tutta la famiglia: alla figlia Gianna (moglie di Roberto Ariodante Petacco e madre di Francesco e Margherita), al figlio Franco e all'altro figlio Germano; una grande eredità come quella che il fratello Armando ha lasciato alla figlia Anna Maria e al figlio Silvio Angelo: personaggi tutti che ricordano questi loro ascendenti con tanto affetto e meritato rispetto. Rispetto, affetto e riconoscenza devono essere tributati anche dall'intera popolazione di Molicciara che, grazie all' imput della famiglia Carlini, ha visto poi nascere molte altre attività (negozi, banca, Chiesa, asilo, farmacia ecc.) che hanno portato un indiscusso beneficio economico e civile a tutta la frazione. A questo punto desideriamo ricordare un altro discendente diretto di Silvio Carlini, e precisamente il nipote Paolo. Paolo Carlini, figlio di Ferdinando, emerge nell'albero genealogico per la brillante carriera militare iniziata presso l'Accademia di Modena, frequentata negli anni '41 ‘42. Al termine di questa, negli anni '44 -'45 ha partecipato con l'8^ Armata britannica, alla guerra di liberazione. Dopo aver frequentato il corso della Scuola di guerra, ha svolto incarichi di comando e dirigenziali in ambito nazionale ed internazionale fino ad assumere nel 1981 il duplice incarico di capo dell'Arma dei Trasporti e Materiali di Armamento e di Capo del Corpo Automobilistico dell'Esercito. In ambito internazionale ha svolto diverse attività, in particolare in qualità di membro della Conferenza dei Direttori Nazionali d'Armamento (CNDA) e di delegato nazionale del gruppo AC/301 per la standardizzazione dei materiali. Dopo aver cessato il servizio, nel 1985, è stato nominato, nel 1987, Vice Commissario straordinario della Croce Rossa Italiana ed ha svolto tale incarico fino al 1995, organizzando e curando personalmente in loco numerose importanti missioni umanitarie in varie regioni del mondo, quali: Armenia, Romania e Bangladesh. Per l'opera svolta in quest'ultima missione gli è stato consegnato un ambito riconoscimento da parte della Regina d'Inghilterra a Buckingham Palace (Londra). Il Generale di Corpo d'Armata Paolo Carlini oggi vive a Roma, non dimenticando il paese d'origine, Castelnuovo Magra, che spesso frequenta.







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