Famiglia BONTEMPO


BONTEMPO: è diffuso in tutta Italia, deriva dal nome augurale “bontempo” (che il tempo ti sia propizio). Il primo Bontempo battezzato a Castelnuovo Magra risulta essere Pietro di Francesco, 2 febbraio 1564. Scendendo a tempi più vicini a noi e trascurando altri componenti di questa famiglia che hanno poco interesse, per la loro attività o per la loro ubicazione geografica, con la storia locale di cui ci stiamo occupando, arriviamo alla metà del 1800 con Michele Bontempo, impresario edile nella zona di Castelnuovo Magra - Sarzana. Uomo dotato di talento professionale e di correttezza nei rapporti di lavoro (caratteristica che accomunava gran parte degli uomini dell'800) redigeva con scrupolo la contabilità della propria impresa onorando ogni debito e guadagnandosi la riconoscenza dei propri dipendenti e stima da parte dei committenti e dei fornitori di materiali edili. Aveva clienti in una vasta area: da Bocca di Magra dove Carlo Fabbricotti era impegnato fra l'altro alla ristrutturazione del castello, fino alle cave di Carrara, chiamatovi per la direzione di certi lavori connessi con la escavazione del marmo. A Castelnuovo Magra, sul finire del 1800 gli era stata commissionata la ristrutturazione della torre del palazzo vescovile danneggiata da eventi metereologici, ristrutturazione decisa per l'intervento dell'allora sindaco Giovanni Dujardin. Ma nel corso dei lavori, Michele muore improvvisamente, e la prosecuzione dell'opera viene affidata al figlio Alvise, già suo collaboratore nell'impresa. Alvise, nato nel 1872, era proprietario terriero di ampie zone della pianura castelnovese portategli in dote dalla moglie fra le quali citiamo a titolo di cronaca quella che attualmente è occupata dal campo sportivo. A questo punto desideriamo riferire una piccola contingenza che peraltro non va al di là della semplice curiosità, ma che ci fa scoprire la circostanza fortuita con cui spesso nascono certi soprannomi. Dunque Alvise era proprietario di un piccolo fabbricato sulla via provinciale, poco più su di “Villa Boboli” a Castelnuovo, adoperato come ripostiglio per contenere le varie attrezzature della sua impresa edile. Avendo venduto in periodo successivo questa baracca all'impresario Giuseppe Mannucci, il soprannome “Baracca” divenne col tempo il secondo nome di questi proprietari. Alvise morirà nel 1953 dopo una vita di intenso lavoro. Aveva un fratello, Giuseppe, di 5 anni più giovane il quale comincia le prime esperienze lavorative come tornitore meccanico in una azienda spezzina. Egli si sposa con la giovane Palmira Neri di Sarzana, città dove prenderà dimora per diversi anni, per trasferirsi in seguito a Castelnuovo nella casa costruita a suo tempo dal padre Michele, in via Roma, e adiacente al palazzo Lazzotti. Durante la prima guerra mondiale presta servizio militare in fanteria presso Civitanova Marche. Nel 1915 aveva avuto una prima figlia, Silvia, alla quale era seguito Francesco, noto poi come “Chino” dal diminutivo Franceschino. Giuseppe, a guerra finita, ottenuto il congedo, abbandona il lavoro di tornitore, per dedicarsi al commercio di vini con negozio a Sarzana in piazza Matteotti. Ma, desideroso di allargare la propria attività nel commercio, apre un negozio di alimentari a Castelnuovo in via Dante, impiegandovi Maria, nipote per via della sorella Giulia. Giuseppe nel 1919 ha un altro figlio, Cesare, a cui seguirà nel 1929 l'ultimo figlio Paolo. Giuseppe muore ottuagenario nel 1968. “Chino” inizia l'attività lavorativa presso la ditta costruttrice di pompe “Marzocchi e Cerpelli” di La Spezia. Nel corso del secondo conflitto mondiale è arruolato in Marina e impegnato nella campagna di Albania dove resta ferito durante lo sbarco a Durazzo. Ritornato alla vita civile assume le funzioni di “provveditore” cioè di addetto alle provviste alimentari delle cooperative collegate con le miniere a Colombiera. Dopo il matrimonio con Anna Balleri entra nella società B.B.B. svolgendovi funzioni amministrative e di consulenza tecnica nella costruzione di solai in laterizio armato. Ha due figli: Liliana e Stefano, oggi contitolare dell'azienda agrituristica “Framagi”. Paolo per molti anni ha lavorato alle dipendenze della concessionaria FIAT dapprima a Sarzana, poi ad Avenza. Ha due figli: Maurizio e Piero Enrico.

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