Famiglia BERTINI
BERTINI, BERTARELLI, BERTARINI, BERTATINI: tutti questi cognomi derivano da nomi longobardi e germanici contenenti la radice germanica “berta”, “luminoso” o quella celtica “bert”, “portatore”.
La famiglia Bertini è documentata nel XII sec., quali proprietari di una fattoria fortificata a guardia della fertile vallata e della strada per Pisa.
Il primo Bertini registrato nei libri di battesimo della parrocchia di Castelnuovo Magra risulta essere tale Francesco di Bartolomeo da Montemarcello battezzato il 15 aprile 1765.
La famiglia di cui parliamo (di origine toscana: Fucecchio presso Firenze) si trasferisce all'inizio del 1900 nella zona di Massa Carrara e poi, con Valente Bertini, a Castelnuovo Magra nella frazione di Canale.
Valente porta con sé la moglie e quattro figli, di cui due maschi: Pietro e Cesare.
Cesare piuttosto cagionevole di salute si dedica alla sartoria per uomo aprendo l'attività in via Canale, mentre il fratello Pietro trova occupazione come fornaciaio presso il locale stabilimento di laterizi della ditta Filippi.
La vita in fabbrica era molto dura, non esistendo allora catene di montaggio, ed ogni operazione veniva compiuta a mano e spesso in condizioni, almeno per quanto riguarda il compito di Pietro, assai precarie. Infatti egli faceva parte di quella squadra di operai cui spettava il compito di demolire i forni dopo ogni ciclo di cottura del materiale, ed estrarne il contenuto ancora caldissimo. Pietro sarà costretto, se pur dopo lunghi anni di lavoro, a ritirarsi per sopraggiunta malattia professionale costituita da bronchite asmatica e silicosi.
Negli anni '30 si sposa con Vanello Lina dalla quale ha due figli maschi: Vasco e Valentino (“Valè”).
Vasco lavora dapprima presso le suddette fornaci, per trasferirsi poi a Torino da dove rientra al proprio paese e dove morirà nel 2001.
Molto impegnato politicamente è stato uno dei primi rappresentanti del Partito Repubblicano Italiano a Castelnuovo Magra negli anni '60.
Valentino, nato nel 1936, inizia a lavorare in proprio come piccolo autotrasportatore di inerti per l'edilizia. Poi cambia settore merceologico avviando la raccolta delle pelli di animali, macellati presso i mattatoi sparsi nel comprensorio di Fosdinovo, Castelnuovo e Ortonovo (a quel tempo assai numerosi, se si pensa che nel territorio comunale castelnovese ne erano presenti addirittura 6).
A Casano di Ortonovo conosce Bertucci Elena, a quel tempo lavorante nel macello dell'Annunziata assieme al fratello Beniamino proprietario dell'esercizio: sarà Elena, andata in sposa a Valentino nel 1962, che con la propria esperienza darà l'avvio alla nuova attività di salumieri che caratterizzerà in seguito la famiglia Bertini.
Tuttavia Valentino non abbandona il lavoro di autotrasportatore, entrando nella ditta Balleri-Baruzzo-Bontempo da poco costituita, divenendone il primo operaio in senso cronologico.
Svolgerà tale attività per 14 anni, pur non tralasciando nel frattempo gli impegni nella locale macelleria e salumeria di Canale che aveva aperto con la moglie Elena nel 1965.
Notevoli sono le esperienze che acquisisce in questa attività, peraltro ben coordinata e sviluppata dalla moglie, già competente nel ramo.
Nel 1973 viene realizzato un nuovo tipo di salume dal nome brevettato “La Prosciutta di Castelnuovo” che trova rapidamente largo favore presso un pubblico che a poco a poco si allarga in una vasta area.
La preziosa esperienza viene trasmessa al figlio Mirco, nato nel 1963 e che oggi assieme ai genitori dirige la “Antica Salumeria Elena e Mirco”: vero fiore all'occhiello non solo per la frazione di Canale in cui essa è ubicata, ma anche per tutto il comprensorio comunale.
Valentino Bertini ha sempre manifestato attenzione verso il sociale e in particolare verso i giovani; a lui e alla moglie, coadiuvati entusiasticamente dalla popolazione locale, è dovuta la istituzione della “sagra canalese” che per 12 anni dalla fine degli anni '80 ha visto la frazione di Canale (divisa nei due rioni “del ranocchio” e “dell'anguilla”) all'avanguardia nelle feste di quartiere e nelle manifestazioni carnevalesche di Castelnuovo.
Significativo è stato il contributo a favore dell'A.V.I.S. di Castelnuovo, derivante dagli introiti delle varie manifestazioni popolari, ottenuti con le offerte del pubblico, sempre numerosissimo ed estimatore delle ricche “pietanze” preparate dalle donne dell'intera frazione di Canale; ma soprattutto sono stati significativi gli stimoli ricevuti da tanti giovani coinvolti come protagonisti entusiasti nei vari festeggiamenti che oggi sono rimpianti con nostalgia.
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