Famiglia BELLO


BELLO: deriva dall'aggettivo tardo latino “bellus”, “bello”. Diventa soprannome e poi nome nel medioevo. Bello e Bella erano usati come nomi augurali, nei quali i genitori riponevano la speranza che la bellezza acquisita fosse anche segno di perfezione delle qualità fisiche e morali. Come cognome si afferma, nel Medioevo, in tutta Italia con le varianti Di Bello, Lo Bello, Bellini, Belloccio, Bellotto, Bellazzi, Bellati, ecc. Durante il corso della prima metà del '900 la popolazione castelnovese partecipa ad uno sviluppo economico, sociale e culturale in buona parte legato a circostanze che si verificano quasi contemporaneamente, nella zona di Molicciara e nelle immediate vicinanze. Esse si identificano nello sviluppo delle fornaci Filippi, nell'attività estrattiva del carbon fossile, nell'apertura di due sale cinematografiche e per ultimo nella costruzione della chiesa del Sacro Cuore. La famiglia Bello è protagonista , per quello che diremo in questo capitolo, soprattutto delle vicende connesse con le miniere di carbone che per la loro importanza danno il nome all'intera frazione di Molicciara “La Miniera”; ma anche per l'attività nel campo della diffusione cinematografica. Questa famiglia, proveniente da Le Grazie nel golfo di La Spezia, prende dimora ai primi del 1900 - col capostipite Pietro, la moglie Anna Vallarino e il figlio Francesco - a Molicciara. Pietro in età giovanile aveva trovato lavoro nella marina mercantile italiana con rotte atlantiche, ritirandosi poi a vita privata, nel corso della quale intraprende una piccola attività artigianale consistente nel fabbricare bandiere italiane, dapprima recanti lo stemma sabaudo e poi, dopo il referendum popolare del 1946, col solo tricolore. Il ritrovato spirito patriottico e repubblicano della popolazione consente a questo novello artigiano un buon mercato e una discreta rendita. Il figlio Francesco nato nel 1903, dopo aver conseguito il diploma di ragioniere trova impiego presso gli uffici delle miniere di lignite, assumendovi mansioni direttive che proficuamente si affiancano a quelle tecniche condotte dall'ing. prof. Zunini di Milano. Si sposa con Adele Tosini di Castelnuovo a quel tempo sua dipendente nell'ufficio amministrativo. Dal matrimonio nascono 6 figli dei quali resterà in vita soltanto Mario, nato nel 1920 e che andrà in sposo ad Afra Pierantoni. Il lavoro del rag. Bello non conosce sosta, fino all'epoca della chiusura delle miniere avvenuta nel 1954. La società mineraria provvede alla relativa liquidazione che viene effettuata attraverso la donazione di parte dei terreni e capannoni su cui sorgevano gli impianti di lavorazione e di stoccaggio, i quali verranno successivamente utilizzati dai Bello per la costruzione di edifici di civile abitazione. Il patrimonio immobiliare di questa famiglia a poco a poco si allarga attraverso l'accorpamento di altre proprietà che i numerosi fratelli di Adele Tosini possedevano a Molino del Piano e che, a causa del loro trasferimento in altre regioni italiane, vendono al cognato Francesco. Quest'ultimo, dopo aver ottenuto la liquidazione, viene assunto presso l'ufficio ragioneria della Cassa di Risparmio di La Spezia dove rimane fino all'età della pensione. Muore nel 1978 lasciando nella popolazione buoni ricordi e affetto che ancor oggi, a molti anni di distanza dalla sua scomparsa, rimangono vivi nella memoria di molti suoi ex dipendenti. Il rag. Bello viene ricordato anche per le sue azioni di beneficenza, quali la donazione del terreno per la erigenda chiesa del Sacro Cuore iniziata poco prima dell'ultimo conflitto mondiale dall'allora parroco don Mario Andolfatto, e poi ultimata dal nuovo parroco don Dino Cipollini che la consacra nel 1947. Il terreno venne donato dietro sollecitudine di Anna Vallarino, donna molto religiosa che provvide anche a impreziosire l'interno del tempio col quadro della Madonna del Rosario. Per la edificazione del sacro edificio vi fu grande partecipazione popolare se si pensa che la manodopera venne offerta gratuitamente dagli operai del luogo, e che i laterizi vennero donati dalle Fornaci Filippi. Mario, il figlio del rag. Bello, era nato, come sopra ricordato, nel 1920. Dopo la frequenza delle scuole elementari di Sarzana, sotto la guida del famoso maestro Paganetto, si iscrive al liceo ginnasio Parentucelli, a quel tempo dislocato presso il “collegio delle missioni”, dove incontra nel corso superiore degli studi il prezioso insegnamento del prof. Manlio Cancogni. Orientato inizialmente verso la carriera militare nella Marina, frequenta il collegio Morosini di Venezia incontrandosi spesso con un rampollo di Casa Savoia. Abbandona tale indirizzo iscrivendosi, in periodo bellico, alla facoltà di farmacia presso l'università di Pisa, insieme con la fidanzata Afra Pierantoni anzitempo conosciuta e con la quale si unirà in matrimonio nel 1947 poco prima del conseguimento della laurea in farmacia. L'immediato dopoguerra segna momenti difficili per trovare una qualsiasi occupazione e Mario, svanita la speranza di acquistare una farmacia, svolge attività di collaboratore scientifico per conto di importanti ditte farmaceutiche, spostandosi per le necessarie visite presso gli studi medici, con una mal ridotta, ma ancora efficace “Vespa” che per 5 anni gli assicura un certo reddito. Verso gli inizi del 1950 cambia completamente interessi ed attività, intraprendendo quella di cinematografaro nel cinema “Centrale” della “Miniera”, precedentemente gestito dal P.C.I.. Tale attività conosce momenti di grande successo che invitano Mario Bello, col consiglio e l'aiuto della moglie Afra, ad allargare la suddetta esperienza anche a Marinella nel vecchio cinema parrocchiale all'aperto, precedentemente gestito dal parroco Don Angelo De Mattei, con proiezioni di pellicole con passo ridotto di 16mm. L'avvento di nuove tecniche di proiezione per film con passo di 35 mm, e la rinnovata gestione del locale, accrescono il prestigio di questa impresa ed i relativi guadagni. Ma a causa di sopravvenute circostanze legate soprattutto al nuovo avvento della televisione, la suddetta attività viene interrotta nel 1983. Mario viene a mancare nel 1997. Nell'anno 1951 dal matrimonio fra Mario e Afra era venuta alla luce la figlia Maria Francesca, oggi professoressa di lettere presso il liceo scientifico Marconi di Carrara. Dal matrimonio con Alfredo Baracchini ha avuto il figlio Francesco, oggi studente presso la facoltà di giurisprudenza di Parma. Riteniamo doveroso, chiudere questo capitolo con qualche nota riguardante la signora Afra Pierantoni. Donna di grande energia e di vivace intelligenza, ha collaborato col marito Mario nella conduzione dell'impresa cinematografica pur non trascurando altri interessi culturali e professionali che l'hanno portata a conseguire la laurea in farmacia, dopo aver avuto larghe esperienze nella scuola come brillante insegnante di educazione fisica. Successivamente ha condotto una lunga carriera come docente dapprima di Scienze e di Chimica presso Istituti Tecnici a Carrara e Massa, e poi di matematica presso le scuole medie di Castelnuovo Magra.

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