Famiglia ANTONELLI
questi cognomi dovrebbero derivare dall'aferesi e da modificazioni dialettali del nome italiano Antonio, di origine etrusca, per divenire in epoca latina il nome di una importante gens romana, di cui il più famoso rappresentante fu sicuramente Marco Antonio, amante di Cleopatra e morto a Cartagine. Il cognome Antonelli (quale derivazione di Antonio), potrebbe significare “nato prima”: in chi lo porta dovrebbe infatti farsi valere l'istinto a precedere, affrontare e combattere. Oppure la radice potrebbe essere la parola greca anthos che significa fiore. Una famiglia Antonelli fu tra le prime a dare un contributo notevole all'italianità d'America, nel corso delle prime immigrazioni nel nuovo continente. Giovanni Battista Antonelli, di cui sono dubbi anche i dati della nascita (probabilmente è nato ad Ascoli nel primo decennio del secolo, da Lucrezia Scuire e da Girolamo) intraprese infatti la professione di ingegnere militare all'ombra della potenza spagnola e il suo nome venne esaltato dai successi coloniali della potenza europea. Gli inizi di carriera, per questo servitore della corona cattolica, sono avvolti nella nebbia, e soltanto nel 1529 il nome di Battista Antonelli riappare sui lidi del Centroamerica, in Nicaragua per la precisione. A lui infatti il re di Spagna, pensò di affidare il progetto di un canale che permettesse alle navi spagnole di passare da un Oceano all'altro: si tratta dell'istmo di Panama, che per secoli avrebbe affascinato e coinvolto decine di tecnici nella corsa al migliore progetto. L'architetto italiano lavorò con zelo a quello che allora, si rivelava essere un progetto quasi impossibile, e soltanto nel 1542 passò ad altro incarico. Nell'attuale Guatemala infatti il tecnico militare ascolano progettò e diresse i lavori di ricostruzione della città di Santiago dei Cavalieri, l'attuale Nuova Guatemala. Il centro era stato distrutto l'anno precedente da uno dei ciclici terremoti che devastano l'area centroamericana. Antonelli passò in seguito nel vicino Honduras con altri importanti incarichi ufficiali. Nel paese honduregno, egli completò la costruzione del castello di Umoa e realizzò altre importanti fortificazioni difensive, ottenendone il plauso del governo spagnolo. Mercurio Antonelli, figlio di Giuseppe e di Chiara Veggiani di Forlì, nacque il 21 novembre 1863 da un'antica e nobile famiglia montefiasconese. Un certo prete, Pietro Antonelli, forse appartenente alla casata, si trova nominato, quale sindaco e procuratore della chiesa di S. Donato a Bagnoregio, in un documento dell'archivio notarile di Bagnoregio datato 7 marzo 1448. Tracce più sicure si rinvengono in alcuni documenti catastali cinquecenteschi del territorio di Montefiascone ove si trova menzionato un capitano Mercurio Antonelli. I fondi degli Antonelli si estendevano principalmente nella zona ove oggi insiste la frazione Mosse, e cioè dalla chiesa di Montedoro, ove rimangono ancora alcune proprietà, fino alla chiesa dei Cappuccini. Il primo Antonelli registrato nei libri di battesimo della parrocchia di Castelnuovo Magra risulta essere tale Giovanna di Stefano battezzata il 1º ottobre 1565. “Il 17 ottobre 1806, alle ore 4 di notte, casualmente appiccatosi il fuoco nella casa del signor Pietro Ferrari posta nella villa di Vallecchia detta “al portone” dove abitava Angela Maria di Gioacchino con tre figli restò preda delle fiamme, fù incenerita quasi interamente con i tre figli.” La Famiglia Antonelli (campanari di Castelnuovo Magra) Non c'è chiesa senza campanile e non c'è campanile senza campanaro (almeno fino alla loro sostituzione con mezzi elettronici). La famiglia Antonelli rappresenta, almeno nel castelnovese, l'ultima generazione di detti “funzionari”. La memoria più lontana di questa famiglia castelnovese non si spinge oltre Domenico (classe 1880), unico cittadino castelnovese a rappresentare il glorioso corpo dei bersaglieri nella guerra '15 '18. Nel 1904 ha un figlio Arnaldo il quale, di fede politica socialista e quindi anticlericale, rinuncia all'incarico di campanaro tramandatogli dai suoi precedenti parenti e, da ultimo, dai fratelli Giorgio e Riccardo oggi non più viventi. Araldo Antonelli fin da ragazzo aveva intrapreso il lavoro di muratore, distinguendosi poi in tale attività. In età matura viene assunto dall'allora Società Montecatini Azoto presso gli stabilimenti di Carrara Avenza: circostanza questa che lo esonera dal richiamo alle armi durante l'ultimo conflitto mondiale poiché quell'azienda (parastatale) produceva materia prima per la fabbricazione di esplosivi (nitroglicerina e tritolo). Qui passerà al reparto analisi e svolgerà importanti funzioni sindacali, come membro della commissione interna costituitasi dopo la guerra, e che sarà in grado di sviluppare nei lavoratori una maggior coscienza dei propri diritti. All'età di 60 anni si ritira dal lavoro, riprendendo occasionalmente la vecchia attività di muratore. Nel 1938 si era sposato con Ida Petacco, dopo un fidanzamento assai lungo, legato ad una vicenda che merita ricordare. Infatti la giovane Ida, poco tempo dopo le profferte d'amore di Arnaldo, si era intestardita di tagliarsi le lunghe trecce, nonostante il divieto del suo innamorato il quale minacciava di interrompere la relazione in caso di disobbedienza …; e alla trasgressione seguirono ben 9 anni di silenzio, finché la forza irresistibile dell'amore non fece superare quei dissapori, spalancando le porte del matrimonio che venne celebrato nel 1938. Si vuole ricordare che i figli, memori affettuosi di tale avvenimento, conserveranno per molti anni le biondissime trecce della madre. Dal matrimonio nasceranno Romano, nel 1939; Anna Maria (Mìmi), nel 1940 e Paolo nel 1945. Romano, dopo il diploma di perito naval meccanico, svolgerà il lavoro di capo officina presso la Olivetti di Massa Carrara che lo trasferirà successivamente a Napoli, a Firenze e finalmente a Varese dove oggi vive con la moglie e due figli. Anna Maria (Mìmi) per molto tempo ha fatto parte, come la madre Ida, della filodrammatica di Castelnuovo fondata molti anni prima da Fedele Casani. La compagnia teatrale era magistralmente diretta dal capocomico Gino Morachioli pure lui attore, il notissimo impiegato comunale, padre di Augusto attualmente impegnato nella rinnovata e brillante compagnia “I mei che gnente”. Aiuto regista era Vittorio Morachioli, mentre Attilio Ponzanelli era curatore della dizione. Un altro famoso interprete era Mimo Morachioli, padre di Marta in Mignani, oggi pur essa brillante attrice. La compagnia faceva parte di un circuito teatrale nel cui contesto recitava persino l'allora assai giovane Giancarlo Giannini. Anna Maria è oggi sposata con Luigi (Gigetto) Landucci, ultimo erede, attraverso il ramo femminile, dei Corsellini. Paolo (il terzo da sinistra in primo piano) oggi risiede a Massa. Negli anni '60 si diploma perito chimico presso l'istituto tecnico Galilei di Carrara, iscrivendosi poi alla facoltà di Scienze biologiche presso l'Università di Pisa, dove si laurea in tale disciplina. Per tre anni insegna presso la scuola media di Barisardo (Nuoro), vincendo poi un concorso pubblico che lo fa entrare come biologo nel reparto di cardiochirurgia infantile di Massa, diretto dal dott. Azzolina. Inizia l'attività di ricerca a livello di immunogenetica e, grazie ad una borsa di studio internazionale, lavora negli U.S.A. per 6 anni con rientri temporanei in Italia. In America pubblica più di 40 lavori scientifici ottenendo ambìti riconoscimenti, come un brevetto per la produzione di anticorpi, ed inviti quale relatore in diversi congressi internazionali. Al suo rientro definitivo in Italia si specializza in patologia generale presso l'Università di Pavia, e in igiene all’Università di Genova. Presso l'ospedale pediatrico di Massa istituisce il registro dei donatori di midollo osseo e partecipa alla fondazione dell'ADMO. Non indifferente ai richiami della vita politica, ricopre la carica di sindaco a Castelnuovo Magra per due anni negli anni '90. Attualmente dirige il reparto trasfusionale dell'Ospedale di Massa. Dalla moglie Marisa Antonioli ha avuto una figlia, Camilla, ottima studentessa liceale e buona promessa nel campo della musica strumentale.
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