Famiglia AMBROSINI
il nome Ambrosius è di origine greca ed ha il significato di immortale, passato in uso in latino e poi in italiano, con varie forme e variazioni. L'antica presenza di questo nome nella penisola italiana fa sì che il cognome che ne deriva sia diffuso in modo pressoché uniforme, anche se nelle varie località prevalgono forme diverse, tutte comunque aventi in comune la sorgente. Le prime notizie certe relative alla famiglia Ambrosini a Castelnuovo Magra sono state rilevate dal libro dei battesimi della parrocchia e riguardano Giò Leonardo di Antonio battezzato il 26 febbraio 1565. Un buon numero delle famiglie recanti questo cognome, assai diffuso nel comprensorio castelnovese, risiede a Vallecchia, frazione da cui proviene il primitivo antico ceppo. Fra i vari discendenti oggi troviamo commercianti, imprenditori, impiegati, operai specializzati ecc., cioè i rappresentanti delle categorie lavorative riscontrabili in qualsiasi civiltà evoluta, ma ben diverse da quelle che fino a qualche decennio addietro caratterizzavano gli abitanti di quella frazione. Infatti essi erano occupati soprattutto nell'attività di boscaioli, carbonai, contadini in proprio o a mezzadria; alcuni lavoravano come cavatori presso i bacini marmiferi di Carrara, altri nel ramo edilizio come muratori, carpentieri e manovali. Scarsi risultavano i proventi di quella comunità, decentrata rispetto al contesto delle altre frazioni castelnovesi, non solo in senso geografico stretto, ma anche per gli incontri e gli scambi commerciali limitati a causa dell'inadeguatezza della viabilità e dei mezzi di trasporto. A causa di questo stato di isolamento la popolazione di Vallecchia è cresciuta per così dire su se stessa, attraverso matrimoni celebrati spesso fra consanguinei dello stesso cognome. Per contro queste circostanze hanno creato il terreno favorevole a sviluppare negli abitanti il senso della parsimonia, della laboriosità e soprattutto della corretta convivenza: qualità che hanno costituito un importante patrimonio per un rapido sviluppo sociale ed economico quando, condizioni di vita più facili, hanno permesso a quegli abitanti di affacciarsi sulla scena della modernità. Fra le varie attività emergeva, ma ancor oggi è assai diffusa, quella della produzione dell'olio di oliva che, nel contesto geografico delle colline di Luni, appare fra i più conosciuti grazie alle cure degli olivicoltori locali e in virtù del microclima eccezionalmente favorevole in quella parte collinare. Nelle nostre ricerche sulle varie famiglie Ambrosini abbiamo raccolto alcune notizie su quella dei più vecchi abitanti di Vallecchia: un certo Fedele Ambrosini (meglio noto col soprannome “Ambrò”), nato sul finire del 1800. Seguendo in via diretta la discendenza maschile di questa famiglia, incontriamo ai giorni nostri Almo Ambrosini, figlio di Renato, imprenditore commerciale in via Aurelia angolo via Salicello. Ma prima di parlare di quest'ultimo discendente, riferiamo alcuni fatti che stanno a sottolineare le avversità incontrate dalla famiglia Ambrosini, prima che potesse accedere allo stato di agiatezza attuale. In particolare ricordiamo che sul finire dell'ultimo conflitto mondiale, durante l'avanzamento delle truppe alleate, da tempo ferme sulla linea gotica di Pietrasanta, una batteria tedesca di obici a lunga gittata, schierata sui contrafforti sovrastanti la foce del Magra, diede inizio un giorno ad un intenso cannoneggiamento contro il “Forte Bastione” (molto prossimo in linea d'aria all'abitato di Vallecchia) nell'intento di colpire le truppe alleate ritenute presenti in quel presidio militare. Una cannonata centra in pieno la casa degli Ambrosini situata agli estremi del paese, occupata in quel momento da Fedele e dalla moglie Maria. Nel crollo dell'edificio il marito Fedele rimane illeso avendo trovato riparo sotto la pesante lastra di marmo del tavolo di cucina, mentre la povera Maria resta gravemente ferita al volto e in tutto il corpo, ma fortunatamente in maniera non mortale grazie anche alle premurose cure dell'allora medico condotto dott. Pietro Rocchi. Le ferite, il terrore, la perdita completa della casa non appaiono le sole disgrazie che accompagnano quell'avvenimento. Infatti la famiglia aveva nascosto il denaro di lunghi risparmi sotto i quadri appesi al muro e, come usava un tempo, sotto le mattonelle del pavimento. Nel crollo della casa i biglietti di banca vengono in parte distrutti e molti altri si spargono tutt'intorno fra le macerie: di questi solo una piccolissima parte viene recuperata e riutilizzata dopo un paziente lavoro di riconoscimento dei numeri di serie. Ma torniamo ad Almo Ambrosini. Dopo gli obblighi scolastici inizia a lavorare come falegname presso la ditta sarzanese Bernardini. Compie il servizio militare di leva e nel 1958 sposa Pierina Giannanti di Fosdinovo dalla quale avrà due figlie: Donatella, oggi architetto a Carrara, e Lorena attualmente impiegata nell'azienda paterna. Sul finire degli anni '50 Almo si apre ad esperienze commerciali nel campo dell'arredamento di case, aprendo in Via Aurelia uno dei primi negozi di mobili della zona castelnovese, modificandone all'occasione la struttura (grazie alle proprie esperienze di falegname) a seconda delle esigenze della clientela. A poco a poco allarga il proprio commercio costruendo nel contempo edifici in parte destinati a saloni di esposizione che arricchiscono la gamma dei prodotti di arredamento. Nel 1986 ridimensiona l'attività di venditore-arredatore dando avvio ad un nuovo segmento commerciale che per la zona costituisce una novità: la vendita di mobili e articoli per l'infanzia. Il nome del negozio “il paradiso dei piccoli” ha un immediato effetto accattivante sulla clientela che si rinnova e si amplia. In questo stesso periodo Almo, confortato dai consigli della moglie Pierina sua fedele collaboratrice, si apre a nuove esperienze imprenditoriali, acquistando nel Senese una azienda agricola di 260 ettari che, trasformata in un centro agrituristico denominato “Le Pianaie”, oggi è frequentato da una selezionata clientela. A margine delle notizie su Almo Ambrosini segnaliamo che egli, sviluppando un hobby coltivato fin da ragazzo, oggi costruisce strumenti a corde, in particolare violini di cui ci ha mostrato orgogliosamente una raccolta: alcuni musicisti professionisti ne hanno apprezzato le particolari qualità timbriche ed espressive .
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